Santo Stefano
Chiesa di Santo Stefano protomartire



Un viaggio nel passato
Storia
Il 7 giugno 1296 il Vescovo di Castello Bartolomeo II Querini benediceva la prima pietra della chiesa destinata ad accogliere, con l’attiguo complesso claustrale, gli Eremitani di Sant’Agostino. I Padri agostiniani, già presenti presso Sant’Anna di Castello, piantarono in un ampio appezzamento presso la parrocchia di Sant’Angelo la loro nuova ampia sede veneziana, trasferendovisi definitivamente entro il 1304.
La costruzione trecentesca, già praticabile al culto nel 1325, ebbe in seguito nuove aggiunte e rimaneggiamenti, in particolare nei primi decenni del XV secolo quando venne profondamente ingrandita e allungata, adornata dai tratti caratteristici del gotico veneziano.
Ne risultò un complesso imponente, con navate divise da colonne di marmo greco alternate con altre di rosso brocatello veronese e terminante con absidi poligonali; un complesso soffitto a carena di nave ed un grandioso coro compiuto entro il 1488.
La chiesa rinnovata fu consacrata il 24 gennaio 1496 da Bartolomeo, Vescovo di Sebenico. Nel 1613 l’edificio ebbe la conformazione attuale e demolito il vecchio altare maggiore, si iniziò la costruzione del nuovo; mentre nell’abside venne rimontato voltato il coro gotico quattrocentesco, già posto di fronte all’altare, similmente alla chiesa di Frari.
Nel corso del Seicento e del Settecento vennero rinnovati e ricostruiti tutti gli altari minori. Il campanile venne fondato alla fine del XV sull’estremità del complesso conventuale, ma rimase incompiuto sino alla metà del Cinquecento, quando venne completato comportando il cedimento delle fondazioni e l’accentuata inclinazione; il 7 agosto 1585 fu colpito da un fulmine che bruciò la cella campanaria provocando la liquefazione delle campane; fu quasi rinnovato nella parte superiore, ma senza la cuspide originaria. Con la soppressione generale degli Ordini religiosi, del 25 aprile 1810, le fabbriche degli agostiniani passarono al Regio Demanio.
La chiesa, il 24 ottobre dello stesso anno, fu dichiarata parrocchiale in luogo di quella di Sant’Angelo. I generali ripristini del 1900-1904, fatti a cura della Sopraintendenza ai Monumenti, restituirono all’edificio la purezza stilistica tardogotica. Un altro imponente restauro venne compiuto negli anni ’70 del Novecento.
Nella chiesa esiste il sepolcro di Giovanni Gabrieli.
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Arte
Tra il ricchissimo patrimonio artistico della chiesa spiccano monumenti e sepolcri ad opera di Alessandro Vittoria, Michele Sanmicheli, Antonio Gaspari, Filippo Parodi, Antonio Canova.
Opere plastiche di Giulio Dal Moro, Pietro e Tullio Lombardo, Girolamo Campagna. Tra le pitture spiccano le tre tele provenienti dalla chiesa di San Margherita ad opera di Jacopo Tintoretto, l’Orazione nell’orto, la Lavanda dei piedi, l’Ultima Cena.
Sempre nella Sacrestia Maggiore opere di Bartolomeo Vivarini, Paris Bordon, Gaspare Diziani.
Tra le navate serie tele di Leonardo Corona, Nicolò Bambini, Giuseppe Angeli, Jacopo Marieschi, Girolamo Brusaferro.
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Musica
Il luogo del canto della comunità agostiniana era il coro gotico quattrocentesco che – cosa unica – è sostenuto da una volta che scavalca il sottostante canale, il Rio del Santissimo.
La chiesa è luogo di riposto dei resti mortali di Giovanni Gabrieli (1556-1612), primo organista della Cappella Ducale, capitale figura della musica europea tra XVI e XVII secolo. Vi è anche la tomba di Biagio Marini, violinista e compositore, sonatore a San Marco al tempo di Claudio Monteverdi.
Nella chiesa si tenne la solenne funzione funebre di Baldassarre Galuppi, Maestro della Cappella Ducale, morto nel 1785. L’11 maggio 1990 vi ebbe luogo la commemorazione funebre di Luigi Nono.
L’organo, già posto in alto, verso la navata sinistra, venne ricostruito nel 1752 sopra la porta laterale ad opera dell’organaro Pietro Nacchini.
Demolita la struttura barocca durante gli interventi di ripristino agli inizi del Novecento, nel 1910 Domenico Malvestio lo ha ricomposto nel 1910 sull’attuale struttura mobile, ampliandolo.
Manuale I
Tenori 10′
Principale 8’
Dulciana 8’
Flauto 4’
Ottava 4’
Decimaquinta 2’
Ripieno
Cornetta
Voce umana 8’
Manuale II
Principale soprani 8’
Violino 8’
Quintadena 8’
Flauto in 8 4’
Ottava 4’
Ripieno
Voce celeste 8’
Pedale
Subbasso 16’
Basso 8’
Quinta
Accessori
Unione I manuale
Unione II manuale
Unione I m. al II m.
Ripieno I manuale
Ripieno II manuale
Forte generale
La chiesa di Santo Stefano e le sue sacrestie ospitano elevazioni musicali, concerti o spazi per registrazione audio previo accordo.
Per informazioni e prenotazioni:
Visite e accoglienza
La chiesa di Santo Stefano è accessibile dal lunedì al venerdì nell’orario 8:45-17:15, sabato dalle 8:30 alle 18:30, domenica dalle 9:30 alle 12:00, dalle 17:00 alle 20:00.
Ai visitatori è richiesto il rispetto dello spazio sacro attraverso un abbigliamento consono, un tono di voce contenuto, lo scoprimento del capo da parte degli uomini, rispetto delle persone raccolte in preghiera.
La Sacrestia Maggiore e il coro fanno parte del percorso Chorus e sono accessibili dal lunedì al sabato dalle 10:30 alle 17:00 attraverso acquisto di apposito biglietto (chiusura biglietterie, bookshop e ultimi ingressi dieci minuti prima della chiusura).
La Sacrestia Maggiore può ospitare iniziative culturali per numero contenuto di partecipanti, previo accordo.
Poco distante dalla chiesa si trova il Patronato “Carlo Acutis”, munito centro parrocchiale delle comunità del Sestier San Marco.
Per informazioni, contatti e prenotazioni:
La comunità
Liturgia

Celebrazioni
- Santa Messa quotidianamente (ore 19:00)
- Domenica (Santa Messa festiva delle ore 10:30)
- Feste di precetto (Santa Messa delle ore 10:30)
- Celebrazioni particolari vengono aggiunte nel calendario mensile.

Patronato
Poco distante dalla chiesa si trova il Patronato “Carlo Acutis”, munito centro parrocchiale delle comunità del Sestier San Marco.

Pellegrinaggio
Pellegrini o gruppi possono richiedere di celebrare la Santa Messa a Santo Stefano previo accordo.