San Zaccaria
Chiesa dei Santi Zaccaria ed Atanasio



Un viaggio nel passato
Storia
Venne edificata sull’isola Ombriola e ricostruita nell’827. Si annovera tra le chiese fondate da San Magno (secolo VII).
Fu presto data alle monache dell’Ordine di San Benedetto che fondarono accanto un importante e ricco cenobio che accolse, nell’855, Papa Benedetto III in fuga dalle persecuzioni.
Fu l’imperatore bizantino Leone V a donare le reliquie di San Zaccaria alla monache. Incendiata, fu rifabbricata nel 1105 sopra la cripta della precedente chiesa.
Dotata di un porticato in facciata, sul fianco destro si costruì entro il XII secolo il caratteristico campanile in stile adriatico, uno dei più antichi della città. La chiesa ebbe parrocchialità almeno sin dal 1398.
L’importanza del cenobio era riconosciuta anche dalla potere ducale, il doge infatti usava recarsi in gran pompa a San Zaccaria nel giorno di Pasqua, recando in corteo la zoja, il corno ducale preziosissimo che venne donato dalla badessa Agnesina Morosini al doge Pietro Tradonico nell’anno 864.
Dopo svariate campagne di ricostruzione e restauro, nel 1457 si decise di sacrificare la parte sinistra del vecchio tempio monastico per iniziare la costruzione di una nuova grande chiesa ad opera dell’architetto Antonio Gambello (†1481) opera portata in altezza dall’architetto Mauro Codussi (†1504) che successe al Gambello senza però veder portato a compimento l’impresa, compimento che avvenne solo intorno al 1515.
Fu consacrata il 7 maggio 1573 da Giovanni Lucio Stafileo, Vescovo di Sebenico. Mezzo secolo di lavori consegnarono alle monache e all’intera città una chiesa particolare, dove lo stile tardogotico si fonde con rinnovate forme della rinascenza su una pianta a tre navate divise da svelte colonne su alti pinti poliedrici, volte del soffitto a crociera, cupola emisferica sopra l’altare maggiore, dietro il quale si prolungano, in forma di deambulatorio, cappelle raggiate.
L’imponente facciata è uno degli esemplari più tipici della rinascenza veneziana con la chiara ed elegante impronta risolutiva di Mario Codussi. L’interno è del più grande interesse; elementi e schemi di vari stili si accostano, ottenendo un complesso di solenne slanciata grandiosità.
Interessante è l’esistenza, accanto alla nuova chiesa, di quella vecchia gotica, già ridotta a coro e sacrestia, con le cappelle absidali gotiche affrescate, parte ricca di memorie della storia più antica della “cittadella” delle monache di San Zaccaria.
Allontanate le religiose durante le soppressioni napoleoniche, nel 1810 divenne chiesa parrocchiale dipendente dal clero secolare. Nell’occasione convennero nella chiesa le reliquie di Sant’Atanasio, già pregio del distrutto Monastero di Santa Croce alla Giudecca.
Nel corso del Novecento sono stati eseguiti restauri che hanno restituito al complesso la purezza originaria.
Per ricerche d’archivio e studi sui registri parrocchiali fare riferimento a:
Per il materiale più recente:
Arte
La chiesa è celebre per la straordinaria Pala di San Zaccaria, opera di Giovanni Bellini (1505) ma ricchissima di altre opere d’arte: lavori di Giovanni d’Alemagna, Antonio e Giovanni da Murano ed affreschi attribuiti ad Andrea del Castagno (chiesa vecchia), Jacopo Palma il Giovane, Jacopo Tintoretto, Antonio Zanchi, Antonio Vassillacchi, Antonio Balestra, Bernardo Strozzi e Giovanni Antonio Fiumiani e Anton Van Dyck vi si ammirano sculture di Giovanni di Antonio Buora e di Alessandro Vittoria.
Di quest’ultimo v’è pure il monumento funebre e sottostante sepoltura, a destra della porta della Sacrestia Nuova.
Per informazioni su studi, ricerche e campagne fotografiche:


Musica
Un viaggiatore francese del Seicento testimonia come le monache, poste nel coro diviso dalla chiesa da alcune grate (oggi celate da dipinti) cantassero il canto monodico (il “gregoriano”) accompagnandosi con bordoni, ottenendo un effetto angelico.
Ma in chiesa era certamente presente anche un organo, probabilmente posto entro una delle arcate, sostenuto da un apposito palco.
Un rinnovamento attuato nella seconda metà del Settecento portò l’organo in controfacciata, in una fastosa cantoria.
Nel 1790 l’organaro Gaetano Callido consegnava un nuovo organo a 12 registri a base 12’.
Gli interventi di ripristino stilistico attuati intorno al 1916 demolirono la cantoria settecentesca trasportando lo strumento all’interno della cappella centrale del deambulatorio.
La chiesa di San Zaccaria, la sua sacrestia e il coro delle monache ospitano elevazioni musicali, concerti o spazi per registrazione audio previo accordo.
Per informazioni e prenotazioni:
Accessori
Unione I manuale
Unione II manuale
Unione I m. al II m.
Ripieno I manuale
Ripieno II manuale
Forte generale
Visite e accoglienza
La chiesa di San Zaccaria è accessibile tutti i giorni nell’orario 9:00-19:30.
Ai visitatori è richiesto il rispetto dello spazio sacro attraverso un abbigliamento consono, un tono di voce contenuto, lo scoprimento del capo da parte degli uomini, rispetto delle persone raccolte in preghiera.
Il Coro delle monache e la chiesa vecchia (cappelle e cripta sommersa) fanno parte del percorso Chorus e sono accessibili dal lunedì alla domenica dalle 10:00 alle 18:00 attraverso acquisto di apposito biglietto (chiusura biglietterie, bookshop e ultimi ingressi dieci minuti prima della chiusura).
La Sacrestia Nuova e il Coro delle monache possono ospitare iniziative culturali per numero contenuto di partecipanti, previo accordo.
La chiesa dispone di una sala parrocchiale di contenute dimensioni.
Per informazioni, contatti e prenotazioni:
La comunità
Liturgia

Celebrazioni
- Tutti i giorni (ore 18:30)
- Sabato e Prefestivo (ore 18:30)
- Domenica e feste di precetto (ore 18:30)
- Celebrazioni particolari vengono aggiunte nel calendario mensile.

Informazioni
Castello 4693, 30122, Venezia VE
Orari di apertura
Tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:30

Pellegrinaggio
Pellegrini o gruppi possono richiedere di celebrare la Santa Messa a San Zaccaria previo accordo.